“Mio figlio è stato torturato”. Le accuse choc di Magherini

Riccardo Magherini
Riccardo Magherini

 

Mio figlio stava male. Ma non faceva male a nessuno. La sua morte la porterò davanti ad un giudice”. Con queste parole che esprimono la rabbia ma, al contempo, la fiera determinazione di un padre a scoprire le cause che hanno portato all’ assurda morte del suo ragazzo Guido Magherini, padre di Riccardo, ex promessa del calcio fiorentino morto in circostanze ancora tutte da verificare, chiede sia fatta luce sulle drammatiche circostanze che, lo scorso 3 marzo, hanno portato il giovane a perdere la vita, durante un arresto effettuato dai Carabinieri di Firenze. Guido Magherini, però, non intende fermarsi qui. L’ uomo, al termine di una riunione tra alcuni consulenti del PM, gli indagati e la famiglia che ha potuto, in compagnia dell’ altro figlio, soltanto “Udire da dietro la porta”, punta il dito proprio contro quegli agenti che, nel corso di quella maledetta notte, avrebbero abusato del potere della propria divisa per torturare il giovane Riccardo, causandone probabilmente la sua fine prematura.

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“HANNO DISONORATO LA DIVISA”. Guido Magherini proprio non ci sta a vedere archiviato il caso di suo figlio Riccardo come una tragica fatalità. Ecco perchè l’ uomo ha scritto una lunga lettera all’ avvocato Francesco Maresca, legale incaricato di difendere i Carabinieri indagati per aver causato la morte del ragazzo. Le parole che Magherini usa sono molto forti, proprio come le urla che si odono nel filmato, postato su You Tube, che immortala gli ultimi istanti di vita di Riccardo Magherini. “Il nonno di Riccardo era un Carabiniere – racconta l’ uomo nella lunga missiva indirizzata all’ avvocato Maresca – le assicuro che i suoi clienti hanno disonorato quella divisa”. Guido Magherini continua sottolineando le evidenti discrepanze tra il verbale trascritto dai consulenti nel corso della “famosa” riunione e il reale svolgimento di quell’ incontro.

Guido e suo figlio, la cui presenza risultava segnalata nel corso della suddetta riunione, in realtà hanno potuto solamente udire da dietro la porta – rigorosamente chiusa – della stanza le versioni di PM, consulenti ed avvocati. Nonostante l’ esplicita richiesta, mossa da parte dei Magherini, di essere presenti fisicamente all’ incontro infatti, i due uomini non sono stati invitati ad entrare nella sala dove, al termine della discussione, è stato redatto un verbale – incompleto, a detta del signor Guido – nel quale i periti dichiarano, nero su bianco, che la morte di Riccardo Magherini sarebbe stata causata da “Un meccanismo complesso di tipo tossico, disfunzionale cardiaco e asfittico”. Neanche un rigo del suddetto documento è stato speso per evidenziare le torture e le botte subite dall’ ex calciatore della Fiorentina; eppure, il corpo esanime di Magherini portava visibilmente tutti i segni di un pestaggio in piena regola (come si può evincere consultando la gallery riportata alla fine dell’ articolo).

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PESTATO A MORTE. “Lei ha raccontato subito le sue verità”, continua la lettera di Guido Magherini all’ avvocato della difesa, sottolineando l’ incompletezza delle informazioni delle quali Francesco Maresca sarebbe in possesso. Parte della responsabilità, secondo i Magherini, sarebbe dovuta anche al fatto che Fabio Anselmo, legale della propria famiglia, non avrebbe detto che il giovane Riccardo “E’ stato torturato. Lo dico io”, scrive Guido Magherini, senza nessun tipo di paura. Non teme le querele, il papà di Riccardo, ma non accetta neanche di essere minacciato dalla controparte. La lettera del signor Magherini si chiude con parole cariche di sofferenza, espresse, però, sempre con educazione e dignità. “Io rispetto il suo ruolo – sostiene il signor Guido – ma mi permetta di farle notare che il ragazzo morto mentre veniva preso a calci dai suoi clienti era mio figlio. Non il suo”. L’ avvocato Maresca ha già fatto sapere tramite l’ ANSA che non intende controbattere alle pesanti dichiarazioni di Guido Magherini. Una cosa, però, pare certa: le accuse di un padre ferito, vere o presunte che siano, pesano sempre come macigni.

 

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