Grecia choc: bambini chiusi in gabbia in un istituto per disabili

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Lechaina – In un lungo reportage, la BBC racconta come dei bambini disabili vengano tenuti chiusi in gabbia in un istituto per pazienti con problemi mentali della Grecia. I 65 piccoli disabili presenti nell’istituto sono affetti da sindrome di Down o autismo e per questo motivo trascorrono la maggior parte delle loro giornate rinchiusi in gabbie di legno. A causa della crisi economica che da tempo affligge la Grecia, il Paese non ha i soldi per aumentare il personale e le sei operatrici (due per ogni piano) che lavorano nel centro per disabili sono costrette a chiudere i bambini nelle celle di legno per controllarli ed evitare che si facciano male.

La triste vicenda di questi piccoli disabili era già stata denunciata alle forze dell’ordine greche sei anni fa da un gruppo di studenti europei che intrapresero nell’istituto greco un periodo di apprendistato. “Il primo giorno che sono arrivata sono rimasta completamente scioccata – racconta alla BBC la psicologa portoghese Catarina Neves che al tempo era una studentessa -. Non avrei mai immaginato che avremmo trovato questa situazione in un Paese europeo moderno, ma sono rimasta ancora più sorpresa che il personale si comportasse come se tutto fosse normale”. A distanza di 2 anni, nel 2010, l’istituto viene attaccato nuovamente. Questa volta dall’Ombudsman, un difensore civico greco, che tuona indignato: “violati i diritti umani“.

Nonostante siano passati altri quattro anni, la situazione all’istituto non è cambiata. Un’infermiera ha descritto l’agghiacciante situazione, mantenendo l’anonimato. Dice che i pazienti disabili non solo non ricevono le giuste cure e le giuste attenzioni ma vengono spesso sedati con dei farmaci e vivono in condizioni di prigionia. “Ovviamente non dovremmo avere gabbie, ma è impossibile per noi farne a meno quando abbiamo livelli così bassi di personale. Alcuni bambini hanno tendenze autodistruttive o sono litigiosi e così su consiglio di un medico dobbiamo usare queste gabbie di legno. Ma i bambini sono ancora liberi di comunicare e in un certo grado riescono a interagire tra loro” ha commentato la direttrice dell’istituto Gina Tsoukala. Negli ultimi giorni si è esposto sull’indecente questione anche Steven Allen, uno dei membri di un’organizzazione internazionale che tutela i disabili mentali, la MDAC ovvero Mental Disability Advocacy Center. Allen spiega che in Europa questi orrori avvengono anche in Romania e nella Repubblica Ceca. Si vocifera che a breve i bambini saranno trasferiti in un altro istituto ma non si sa ancora nè quando nè dove.