Abruzzo, rinvenuto orso morto. Incidente o violenza gratuita?

orso

 

L’Aquila – La convivenza tra uomini ed animali selvatici è possibile? Stando agli ultimi episodi registrati nel Centro-Nord del nostro Paese pare non sia nemmeno auspicabile, almeno per adesso. Il dibattito sulla presenza degli orsi a pochi metri dal centro abitato ha diviso nettamente gli animalisti ed i “tolleranti” da coloro i quali, presi da un mix di ignoranza e comprensibile paura, vedono nell’ avvicinarsi di un plantigrado una vera e propria minaccia. Terrore a parte, cosa però può giustificare l’ abbattimento di un orso, la cui unica colpa è solo quella di vivere a pochi passi dall’ uomo, il quale si autodefinisce da sempre essere avente una coscienza, peculiarità che dovrebbe distinguerlo dagli animali?

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AVVELENATO? Negli ultimi giorni abbiamo assistito a quella che potrebbe essere definita una “carneficina” di orsi. Dopo il presunto omicidio dell’ orsa trentina Daniza (la cui morte sarebbe dovuta ad un eccesso di farmaco narcotizzante iniettato nel corpo dell’ animale: errore o effetto desiderato?) che ha provocato una vera e propria bufera nella città di Trento, è l’ Abruzzo stavolta a fare i conti con il rinvenimento di un orso morto. La triste storia di Daniza si è ripetuta a distanza di pochissimo tempo? E’ la domanda che si sta ponendo il Corpo Forestale dello Stato dopo il ritrovamento di un esemplare maschio di orso marsicanoPettorano sul Gizio, in provincia dell’ Aquila.

L’ animale, la cui età sarebbe stimata tra i 2 e i 4 anni, peserebbe circa 90 chilogrammi e sarebbe stato avvistato per l’ ultima volta vicino ad un pollaio nel comune di Pettorano sul Gizio. L’ orso sarebbe stato ritrovato da un ciclista sul ciglio di una stradina ciclabile in località San Biagio. La carcassa, rinvenuta a pancia in su, non presenterebbe segni di alcun tipo di aggressione o violenza: l’ orso potrebbe essere quindi morto per cause naturali. La prima ipotesi, tuttavia, è che il giovane esemplare possa essere stato avvelenato, probabilmente per scongiurare il rischio di nuovi “incontri ravvicinati”. Stando ad alcune indiscrezioni, infatti, l’ orso marsicano avrebbe avvicinato un residente di Valle Larga, rimasto ferito mentre tentava di fuggire lontano dall’ animale.

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LEGAMBIENTE: GLI ORSI VANNO TUTELATI. La polemica sul trattamento che gli orsi sono destinati a subire da parte dell’ uomo non accenna a diminuire. E’ davvero giusto abbattere un plantigrado, anche quando questi non rappresenti una vera e propria minaccia per l’ incolumità, lasciando magari orfani dei cuccioli, come accaduto nel caso di Daniza? Legambiente non ci sta. Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette e biodiversità dell’ Ente denuncia come “La mancanza di una politica strategica per la tutela di questi animali abbia contribuito ad esacerbare situazioni delicate che andrebbero gestite con particolare attenzione e competenza”.

“E’ inaccettabile quanto sta accadendo – continua Nicoletti – E’ ora di affrontare la questione della convivenza tra i grandi carnivori e l’ uomo con strumenti adeguati. Chiediamo ora al Governo di mettere in piedi senza ulteriori indugi un’ unità di missione, d’ intesa con le Regioni e le Provincie autonome, per tutelare questi esemplari che rappresentano, oltretutto, una parte importantissima del nostro patrimonio di biodiversità”. Legambiente propone, infine, un Progetto Nazionale strategico che miri alla tutela dell’ orso, condotto da personale competente e seriamente finanziato. “E’ ora di affrontare la questione della convivenza tra orso e uomo con strumenti adeguati – conclude il responsabile Nicoletti –  Impegnando professionalità e investimenti necessari a modificare concretamente l’ attuale situazione di approssimazione e dilettantismo”.