Oscar Pistorius, il giudice conferma: “Omicidio non premeditato”

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PRETORIA – Oscar Pistorius, l’ex atleta accusato della morte della fidanzata Reeva Steenkamp, ha conosciuto l’esito del verdetto redatto dal giudice Thokozile Masipa: niente ergastolo. L’udienza è stata rinviata a domani per la lettura ufficiale della sentenza.

IPOTESI PER IL VERDETTO – Le ipotesi per il verdetto sono quattro: la prima, ed anche la più improbabile, c’è l’assoluzione. Condanna per omicidio premeditato, tesi sostenuta dall’accusa, con una conseguente sentenza all’ergastolo con minimo 25 anni da scontare. Altra ipotesi sarebbe la condanna per omicidio volontario, che implicherebbe 15 anni di carcere. Mentre, nel caso di omicidio colposo, ipotesi vagliata dalla difesa, si può arrivare ad una pena sempre di 15 anni ma sulla quale il giudice ha una maggiore discrezionalità.

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NO OMICIDIO PREMEDITATO – Il giudice ha escluso definitivamente l’ipotesi di omicidio premeditato: “Non ci sono fatti a sostenerlo”. Mentre, invece, ha affermato: “Quello di omicidio colposo è un verdetto pertinente”.

CRONACA – Il giudice ha letto i capi d’imputazione, la posizione dell’imputato Oscar Pistorius che continua a dichiararsi “non colpevole” di omicidio premeditato e sostenendo la tesi dell’errore, ed elenca i fatti avvenuti il 14 febbraio 2013. Il ruolo dei media è un dettaglio importante: secondo il giudice, infatti, i testimoni sarebbero stati influenzati dalla televisione e non sarebbero più in grado di distinguere ciò che ricordano da ciò che hanno visto.

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Il giudice farà uso anche del mezzo tecnologico, quindi dei tabulati telefonici, piuttosto che della memoria dei vicini di casa. Anche questa decisione, oltre all’ipotesi scartata di omicidio premeditato, viene interpretata come un punto a favore della difesa. Il giudice inoltre sostiene: “Pistorius era in grado di comprendere la differenza tra il giusto e il sbagliato”, basandosi sulla perizia psichiatrica sull’ex atleta. Viene anche scartata l’ipotesi che Pistorius possa aver sparato per sbaglio, secondo il giudice “ha deciso consapevolmente” di prendere la pistola.