Yara, Bossetti sotto torchio per tre ore dai pm: “Non l’ho uccisa io”

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Un lungo interrogatorio, l’ennesimo per Massimo Bossetti, ha recentemente rimescolato le carte in tavola nel caso di omicidio di Yara Gambirasio. Durante le almeno 3 ore intercorse dall’inizio della seduta fino al rilascio dell’uomo, tornato poi in carcere, il presunto omicida della ginnasta 13enne avrebbe risposto a tutte le domande postegli dai pm. E’ quanto ha dichiarato il suo legale, l’avvocato Salvagni, il quale è stato l’unico a poter fornire ai media informazioni più dettagliate sull’incontro.

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Questo, poiché l’argomento dell’interrogatorio è sotto segreto d’ufficio e dunque non saranno le autorità a chiarire maggiormente i dubbi dei cittadini sul caso. Dubbi che, del resto, aleggiano anche tra gli inquirenti a causa dei dettagli che emergono giorno dopo giorno e pongono interrogativi sempre nuovi sul coinvolgimento di Massimo Giuseppe Bossetti nella sparizione e nell’omicidio di Yara Gambirasio. Comunque alcuni giornalisti sono riusciti ad ottenere informazioni, seppur vaghe, riguardo il colloquio tra l’uomo ed i pm.

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Pare che le domande riguardassero questioni aperte già da settimane ed ancora non chiarite dalle indagini, né dallo stesso Bossetti: principalmente si sarebbe parlato della frequentazione da parte dell’uomo del centro estetico la cui titolare ha dichiarato di averlo visto molto spesso entrare nel proprio negozio, mentre il presunto omicida continua a negare ogni coinvolgimento. Altra questione è, invece, l’uso che fece Bossetti del proprio telefonino la sera della sparizione di Yara in un orario corrispondente proprio al crimine. Un buco al quale gli inquirenti non sanno dare altre spiegazione se non quella forzata dallo stesso sospettato: “Era scarico“.