Yara, pm ricostruiscono le mosse di Massimo Bossetti quella sera

Yara Gambirasio
Yara Gambirasio

Sul caso di omicidio della 13enne Yara, i pm hanno effettuato un’accurata ricostruzione delle mosse del presunto assassino, Massimo Bossetti, nella sera della scomparsa della ginnasta. I dubbi sui movimenti dell’uomo riguardo il 26 novembre 2010 si concentrano in 15 minuti la cui dinamica è difficile da definire, a causa delle incertezze del racconto di Bossetti e dei “vuoti” che ancora nessuna registrazione video o testimonianza sono riusciti a riempire.

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La ricostruzione ha inizio dalle 17.45 di quel giorno, ora dalla quale il muratore afferma di essere tornato a casa senza essersi più mosso da lì per l’intera serata. Tuttavia, un quarto d’ora dopo le telecamere di sorveglianza di un benzinaio ritraggono quello che sembra essere il suo furgone in via Locatelli a Brembate di Sopra. Il veicolo non è identificabile, ma il colore ed alcuni dettagli lasciano intendere che si tratti proprio di quello di Bossetti: non si sono prove per confermalo, però.

Neanche l’autista è visibile, ma dopo pochi minuti il furgone si è spostato nella via dove la famiglia Gambirasio abita. Qui terminano le registrazioni video e gli inquirenti non hanno che affidarsi a testimonianze e rilevazioni da parte delle celle telefoniche. Infatti, nonostante la squadra di ginnaste di cui Yara faceva parte non abbia mai riconosciuto Bossetti, questi è stato identificato come cliente abituale da un benzinaio e da un’edicola della cittadina. Quel tragitto che l’uomo effettuata solo di passaggio, dunque, non era limitato solo a questo.

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Alle 18.25 la cella telefonica di Ponte San Pietro a Bremate aggancia il telefonino di Yara Gambirasio, che riceve un sms e ne invia un altro alle 18.44; cinque minuti dopo, la ginnasta 13enne riceve l’ultimo sms, registrato dalla cella in via Natta a Mapello. E’ la città dove abita Bossetti, talmente distante da Bremate che la giovane non può esserci arrivata a piedi. Tutto potrebbe quadrare, ma finora le indagini restano a livello d’ipotesi, perché le prove non sono abbastanza e Bossetti si dichiara innocente.