L’ Europa continua a correre verso il baratro

 

Europa verso il baratro

 

Dopo le sconvolgenti Elezioni Europee la domanda fondamentale da porsi è la seguente: cambierà qualcosa nelle folli politiche dell’ Europa? Il rischio è che, essendoci comunque una forte componente moderata nella veste del Partito Popolare Europeo e una minoranza relativa di Socialisti, insieme ad  una accozzaglia di gruppi xenofobi, razzisti e totalmente euro scettici, non cambi assolutamente nulla riguardo alle scelte folli e insensate adottate dalla Troika che continua a guidare il Continente. Se non si modificheranno profondamente le regole che governano la finanza e si lascerà indisturbata (tranne qualche aggiustamento di facciata, vedi Tobin Tax, che però è solo un primo, timido passo) la macchina crea soldi dal nulla costituita dalla lobby bancario/finanziaria, ben poche speranze ci saranno di un vero cambio di rotta in tutta Europa.

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Fino ad ora, i poteri forti che guidano l’ euro gruppo son ben lungi dall’essere stati scalfiti dalla benché minima riforma e gli squilibri territoriali, che vedono la Germania leader incontrastato del Continente, non sono mai stati affrontati veramente. Ci troviamo di fronte a problematiche devastanti che, se non affrontate, genereranno ulteriore, fortissimo malcontento nella cittadinanza. Il conto salatissimo che questi burocrati stanno facendo pagare ai cittadini per aver salvato il sistema finanziario e bancario, reo di aver speculato indisturbato con un azzardo morale devastante e privo del benché minimo controllo da parte di chi aveva questo compito, esploderà in un dissenso che minerà definitivamente la fragilissima struttura europea. Sono stati spesi milioni per misurare il cetriolo e stabilire i parametri dell’ olio d’ oliva, a fronte di nessun intervento in materia di politica estera, nessun progetto sociale per combattere la disoccupazione, affrontare le sfide ambientali, armonizzare le politiche fiscali.

Non è stata creata una vera banca europea quale prestatore di ultima istanza che possa emettere euro bond; non sono stati smantellati i grandi agglomerati bancari troppo grandi per fallire e,  che per questo, godono della garanzia implicita che qualunque cosa combineranno verranno salvate dai soldi dei cittadini. Non è stata impedita l’ High Frequency Trading, nè posto un freno ai derivati; sono falliti i tentativi di riportare la finanza ombra alla luce,  nonché di separare le banche commerciali dalle banche d’affari. Scandaloso è mantenere in piedi tre sedi istituzionali, con un costo aggiuntivo calcolato in 52 milioni di euro. Per non parlare degli stipendi dei Parlamentari, dei loro assistenti e di tutto l’apparato burocratico, fatto di traduttori super pagati (circa nove mila euro al mese) e di una pletora d’impiegati (44 mila) con lauti stipendi e favolosi privilegi pensionistici.

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All’ Italia questa schifezza d’ Europa è costata 55 miliardi in dieci anni. Ciò non è servito a salvarla dalla devastante crisi economica; la nostra Nazione, “grazie” all’ Europa, si è impoverita sotto forma di reddito pro capite. Essa ha ammazzato buona parte della nostra struttura produttiva manifatturiera e creato gravi tensioni sociali, indebolendo il Bel Paese sotto tutti i punti di vista. Chi dice che non è vero può andasi a leggere le cifre ed evitare l’ affermazione che molta piccola impresa italiana lavora per le aziende tedesche e che abbiamo goduto di tassi d’interessi bassi come non mai. E’ un grave errore diventare così dipendenti dalla Germania, perché non era questa la premessa della costruzione europea. I Tedeschi stanno impoverendo tutto il sud Europa, impedendogli le svalutazioni competitive della moneta, favorendone la progressiva demolizione delle strutture produttive non avendo più margini d’ aggiustamento esterno.

Se vogliamo, possiamo andare a vedere quale devastante situazione ha creato tutto ciò sui nostri conti pubblici, sull’ aumento della disoccupazione, sulla chiusura di centinaia di migliaia di strutture commerciali, sull’aumento della povertà, sulla chiusura dei rubinetti finanziari alle medie e piccole imprese. Senza dimenticare le cifre, va aggiunto che in ogni crisi economica si parla della vita delle persone in carne e ossa e, anche se non esistono parametri per misurare la perdita di felicità, questi sono i periodi in cui la sofferenza psicologica e i drammi familiari esplodono e si traducono in suicidi e tragedie che sarebbero anch’ esse d’addossare agli “allegri” capitalisti per procura.

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Le politiche pro-cicliche adottate, in Europa, da questi burocrati privi di legittimazione democratica e popolare hanno aggravato tutto questo in un processo di depauperamento sociale gravissimo. Stringere i cordoni della borsa, in un momento in cui l’ economia è fortemente sofferente per la mancanza di ossigeno sotto forma di capitali sperperati dalla finanza nelle follie speculative, è stata una follia pazzesca. Dei 4,8 trilioni di euro “iniettati” nel sistema bancario per evitarne il completo fallimento, pochissimi sono giunti all’ economia reale, e quei pochi sono stati centellinati al sistema produttivo in maniera esasperata, chiedendo mille garanzie per la paura della mancata restituzione  di un aumento delle sofferenze.

La banca è come quel tizio che ti da l’ombrello quando c’è il sole e te lo chiede quando piove. Aggrava il ciclo e non lo inverte. Senza contare il marciume dei finanziamenti agli amici degli amici e le trame truffaldine dei vertici bancari che stanno emergendo con ruberie vergognose e mafiose (UBI banca, Carige, Unipol, MPS). L’attuale sistema ragiona secondo logiche in antitesi non solo a quelle sociali, ma anche a quelle economiche. Le banche italiane sono una formidabile “macchina di redistribuzione al contrario”. Nel 2012 lo 0,5 dei clienti ha ottenuto 56% del credito erogato, ulteriormente in crescita rispetto al 51% di soli tre anni fa. In cifre, 17.500 persone utilizzano 720 miliardi di euro di crediti bancari, mentre 3,5 milioni si suddividono i rimanenti. Tutto questo senza reali motivazioni di sicurezza del credito o di reale valutazione dell’affidabilità dei creditori.

In un dibattito pre-elettorale, Jean Claude Juncker ha affermato che le banche sono state salvate per evitare che andassero persi i risparmi dei cittadini. La faccia tosta di questo euro burocrate, che pare sarà eletto a capo della Commissione Europea, ha dell’ incredibile. Non ha ammesso che i risparmi sono stati sperperati nei giochi finanziari ben prima del “salvataggio” e sotto l’ occhio complice e compiaciuto di chi avrebbe dovuto vigilare e controllare e non l’ha fatto, ma ha fatto credere che sono stati salvati dalla misericordiosa Europa che, dulcis in fundo, ha preso i soldi dei cittadini per sostituirli ai soldi virtuali e truffaldini inventati dalle banche, distruggendo il sistema. Ecco, i cittadini europei sono in mano a questa classe dirigente espressione della classe dominante che continuerà ad allargare le diseguaglianze e a pompare ricchezza dal basso verso l’ alto.