Renzi show ad AnnoUno, dove giovani e politica possono confrontarsi

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ANNOUNOLa7 cambia volto: AnnoUno si rivela già dalla prima puntata un format vincente. Con i suoi 2.203.000 telespettatori ed il 10% di share supera quello medio di La7 in Prime Time (4,19%) e raggiunge quello dell’ultima puntata di Crozza.  E’ Giulia Innocenti, impeccabile e sempre sul pezzo all’esordio, a domare un’arena composta da ventiquattro giovani, pronti a sbranare il politico di turno. Questa volta tocca al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che non si lascia azzannare ma lancia messaggi di incoraggiamento e speranza. Sicuramente il programma rappresenta una ventata di aria fresca nel panorama televisivo: vengono affrontate tematiche sociali, rendendo protagonisti i ragazzi di oggi e dando loro la possibilità di confrontarsi direttamente con il mondo politico. I giovani rappresentano uno spaccato della nostra società: l’ex concorrente del Grande Fratello, l’imprenditore talentuoso, il genio in fuga dall’Italia, l’esponente di Casa Pound. Altro focus della trasmissione è la spiccata interattività con il pubblico, che attraverso Twitter manifesta il proprio consenso semplicemente digitando l’hashtag #stocon, seguito dal nome del ragazzo con cui più si trova d’accordo. Il più apprezzato è Yassin, figlio di genitori marocchini che da anni studia e lavora in Italia ma non ha ancora ricevuto la cittadinanza e non può votare per scegliere i rappresentanti di quello che sente il suo Paese. Nell’appello finale rivolto al premier chiede cambiamenti importanti alla legge sulla cittadinanza. Matteo Renzi spiazza tutti. Tra Ius Soli e Ius Sanguinis lancia una nuova proposta: dare la cittadinanza a tutti quei ragazzi che si sono trasferiti in Italia e che hanno completato un intero ciclo di studi (scuole elementari o scuole medie). In questo modo, quei ragazzi che attraverso il sistema scolastico condividono la cultura ed i valori del nostro paese e diventano parte integrante dell’identità del popolo italiano, avranno il diritto di voto.

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MATTEO RENZI ALL’ATTACCO – Il premier ascolta attentamente le riflessioni dei ragazzi: sono molti gli spunti della serata. Innanzitutto, sulle coperture per il decreto Irpef (quello dei famosi ottanta euro in busta paga) “i tecnici del Senato hanno detto il falso”:  infatti, non avrebbero tenuto conto dei soldi che lo Stato Italiano otterrà dalla lotta all’evasione fiscale e il Movimento Cinque Stelle si sarebbe anche dimenticato della tassazione al 26% delle rendite finanziarie.  “Grillo dice che sono schiavo delle banche: ma caspita i parlamentari del M5S si erano dimenticati di far pagare alle banche la tassazione al 26% per la rivalutazione delle quote di Bankitalia”. Poi, riferendosi agli attacchi di Rodotà e di Piero Pelù (LEGGI A PROPOSITO: Piero Pelù, dichiarazioni choc contro Renzi: non vogliamo elemosina), difende gli ottanta euro: “Possono chiamarla democrazia autoritaria, ma questa per me è la prima mossa del governo nella direzione di una giustizia sociale”.

“Tecnicamente parlando, Grillo e Berlusconi sono entrambi pregiudicati, due condannati in via definitiva”: questa la risposta a chi mette sotto accusa il patto sulle riforme con Silvio Berlusconi. “Non faccio il governo con nessuno dei due ma ho chiesto prima a Grillo e poi a Berlusconi, in quanto di leader politici, di scrivere le regole insieme”. Rinfaccia poi a Marco Travaglio che il Pd sarà l’unico partito con la nuova legge elettorale a presentarsi alle elezioni scegliendo il proprio candidato attraverso le primarie. Il giornalista insinua: “Perché non ci sono state primarie anche per le elezioni Europee?”. “Perché qui si vota con le preferenze: saranno i cittadini a scegliere tutti i loro rappresentanti”. Infine, conclude con un appello ai giovani italiani: “Andate a votare, per chiunque, ma non lasciate decidere il vostro futuro agli altri”.