Rigopiano, telefonata choc. “L’hotel non è crollato, è una bufala”

"L'hotel Rigopiano non è crollato, stanno tutti bene"RIGOPIANO, PESSCARA – Mentre il lavoro dei soccorritori continua senza sosta nei pressi dell’hotel Rigopiano, travolto da una valanga lo scorso mercoledì, continuano le polemiche sul ritardo dei soccorsi. Quintino Marcella, dopo aver ricevuto un messaggio dall’amico Giampiero Parete sfuggito per caso alla tragedia, ha lanciato subito l’allarme contattando le autorità di competenza ma la funzionaria con cui ha parlato gli ha risposto con tono infastidito che “la valanga sull’hotel è inventata”. Un equivoco enorme che ha rallentato ancora di più l’arrivo dei soccorsi che finora hanno estratto dalla neve i corpi senza vita di 14 persone.

Pochi minuti prima che la valanga travolgesse l’hotel, Giampiero Parete, ospite della struttura assieme alla famiglia, era uscito in macchina per prendere le medicine della moglie. È stato così che si è salvato poiché proprio in quel momento una valanga ha travolto la struttura. L’uomo ha immediatamente dato l’allarme chiamando Quintino Marcella, titolare di un ristorante a Silvi e suo amico, che a sua volta a contattato immediatamente le autorità. La funzionaria del Centro di Coordinamento dei Soccorsi (CCS) con cui ha parlato però gli ha ribadito più volte, nel corso dei 5 minuti di durata della chiamata, che non c’era stata nessuna valanga e che non c’era pericolo. “Questa storia gira da stamattina – gli ha risposto – I Vigili del Fuoco hanno fatto le verifiche a Rigopiano, è crollata la stalla di Martinelli”. Inutili i tentativi di Marcella di convincerla che l’amico non era il tipo da fare simili scherzi e che sembrava veramente sconvolto.

Poche ore prima della tragedia a Rigopiano, l’imprenditore Pietropaolo Martinelli, famoso in tutta la zona per il formaggio che produce, aveva contattato i soccorsi per segnalare che il terremoto aveva fatto crollare la sua stalla. Per questo motivo la funzionaria avrebbe risposto in maniera tanto superficiale a Marcella: sentendo parlare di Rigopiano, ha pensato subito si trattasse della stalla di Martinelli e non ha pensato al centro benessere situato ad appena pochi chilometri. La Prefettura aveva inoltre contattato il direttore dell’hotel, Bruno Di Tommaso, per informarsi sulla situazione ma lui stesso aveva affermato che la situazione era sotto controllo. L’uomo però non era nella struttura ma bensì a Pescara e quindi non era al corrente della tragica situazione.

Ecco la conversazione tra i due.

QUINTINO MARCELLA: “Mi sente?”

FUNZIONARIA: “Sì che la sento”.

Q. M.: “Sono Marcella di cognome, Quintino di nome. Il mio cuoco mi ha contattato su WhatsApp cinque minuti fa, l’albergo di Rigopiano è crollato, non c’è più niente… Lui sta lì con la moglie, i bimbi piccoli… intervenite, andate lassù”.

F.: “Questa storia gira da stamattina. I vigili del fuoco hanno fatto le verifiche a Rigopiano, è crollata la stalla di Martinelli”.

Q. M.: “No, no! Il mio cuoco mi ha contattato su WhatsApp 5 minuti fa, ha i bimbi là sotto… sta piangendo, è in macchina… lui è uno serio, per favore”.

F.: “Senta, non ce l’ha il suo numero? Mi lasci il numero di telefono (…). Ma è da stamattina che circola questa storia, ci risulta che solo la stalla è crollata. Che le devo dire?”.

(…)

F.: “Come si chiama quel cuoco?”.

Q. M.: “Giampiero Pareti. È quello della pizzeria, è il figlio di Gino…”.

F.: “Sì, lo conosco benissimo il figlio di Gino, conosco lui, conosco la mamma. È da stamattina che gira ‘sta cosa. Il 118 mi conferma che hanno parlato col direttore due ore fa, mi confermano che non è crollato niente, stanno tutti bene”.

Q. M.: “Ma come è possibile?”.

F.: “La mamma dell’imbecille è sempre incinta. Il telefonino… si vede che gliel’hanno preso…”.

Q. M.: “Ma col numero suo?”.

F.: “Sì”.

(…)

F.: “Due ore fa, le confermo, al 118 hanno parlato con l’hotel. Non le dico una bugia! Ma se fosse crollato tutto, pensa che rimarremmo qua?”

Q. M.: “Si metta in contatto col direttore…”.

F.: “Non so se si rende conto della situazione… Abbiamo gente in strada, gente con la dialisi, anziani. E io per lei… Provi lei a mettersi in contatto con il direttore. Non è scortesia. Arrivederci”.