Il Minotauro riemerge dagli scavi della città di Gortyna

Nuova scoperta sul Minotauro a GortynaCRETA – Sulle tracce dell’ancestrale città cretese di Gortyna, gli archeologi italiani dell’Università di Padova hanno portato alla luce un reperto dall’enorme portata storica. Si tratta di una moneta d’argento, ritrovata nel Tempio di Apollo, che riporta al dritto l’effige del Minotauro e al rovescio l’immagine del celebre Labirinto di Knossos. Il reperto è databile al V sec a.C. e ha permesso ai ricercatori di ricostruire nel dettaglio il passato del santuario e della sua città. Creta, come la sua più grande madre Grecia, è un vero e proprio racconto a cielo aperto. Le sue vicende umane (dalle origini della colonizzazione nell’età del bronzo minoica, fino alla dominazione romana) è narrata dai templi, dai palazzi e dalle statue ritrovate nel suo suolo. A quest’isola dal sapore antico sono legati famosissimi miti, che hanno popolato, con i loro personaggi, l’immaginario collettivo appartenente alla Grecia classica.

Tra le leggende più affascinanti vi è quella del Minotauro, mostruosa creatura metà uomo e metà toro, che abitò l’altrettanto celebre Labirinto di Dedalo. Il Minotauro fu il frutto di una relazione adultera e bestiale tra Pasifae, moglie del re di Knossos Minosse, e un vigoroso toro bianco inviato sulla terra dal dio Poseidone. La deforme creatura originata dalla’ “affair” era temutissima dal popolo poiché si cibava di carne umana. Fu Minosse, reduce dal tradimento della moglie, a commissionare all’architetto Dedalo la costruzione di un gigantesco e intricato labirinto dal quale il mostro non sarebbe mai potuto uscire vivo. Il re cretese pretendeva ogni anno dalla sottomessa città di Atene l’invio di 7 fanciulli e 7 fanciulle destinati ad essere cibo per la spaventosa bestia. L’arrivo di Teseo, eroe ateniese, fu provvidenziale. Il giovane, con l’aiuto del filo tenuto dall’innamorata Arianna, figlia di Minosse, riuscì ad uccidere il Minotauro, a salvare i suoi 14 concittadini e ad uscire illeso dalla labirintica trappola mortale.

Al di là del mito, esiste ed è esistita la storia. Il ritrovamento della moneta emessa della zecca Knossos all’interno del Tempio di Apollo di Gortyna ci fornisce un ulteriore tassello delle dinamiche di una delle più importanti ed arcaiche realtà cretesi. “Il pezzo è databile tra il 440 e il 360 a.C. – ha dichiarato l’archeologo padovano Jacopo Bonetto – e permette di fissare a questo periodo un importante rinnovamento del santuario e di illustrare i possibili rapporti tra le due poleis emergenti di Gortyna e Knossos che si contesero a lungo il primato sull’isola”. Gli scavi nell’edificio sacro hanno rivelato un’ulteriore sorpresa. Portando avanti un’analisi dei diversi strati archeologici, gli studiosi sono riusciti a datare parecchi elementi presenti all’interno del tempio e sotto i suoi basamenti. Così un altro dubbio amletico ha trovato la sua risposta: qual è il collegamento tra preistoria mediterranea e storia delle poleis greche? Mancava un tassello a collegare periodi così distinti nella linea del tempo dell’uomo mediterraneo, ed è stato ritrovato proprio sotto la pavimentazione del Tempio di Gortyna. Ad emergere dal suolo sono stati dei frammenti appartenenti all’età del bronzo delle civiltà minoico-micenee (1600-1000 a.C.). “L’importanza di questo dato è notevolissima – ha sottolineato Bonetto – Gortyna aveva restituito solo modestissime tracce della nascita del santuario di Apollo nella pianura. Non ci si spiegava perché fosse stato eretto lontano dall’agorà e dall’acropoli: un vero enigma sul piano topografico. Questi reperti fanno ipotizzare la presenza di un centro abitato che precedette la città greca”. In particolare, secondo gli studiosi, il Santuario di Apollo della polis di Gortyga potrebbe rappresentare una vera e propria ripresa o addirittura una diretta continuazione di un tempio eretto dagli antichissimi popoli minoico-micenei.

Il tempio di Apollo è stato, nel corso degli anni, una ricca fonte di scoperte archeologiche straordinarie. Nel 1884, l’epigrafista italiano Federico Halbherr vi rinvenne la più grande raccolta di leggi del mondo antico: il Codice di Gortyna. Le tavole, risalenti al VI secolo a.C., riportavano l’incisione di una serie di norme riconducibili al diritto di famiglia. Dalla lettura delle Leggi di Cortina sono emerse numerose analogie con il diritto di poleis di fondazione successiva, che hanno permesso la ricostruzione a ritroso dei sistemi giudiziari della Grecia classica. Altre importanti rivelazioni affioreranno dalla remota città di Gortyna? Dal mito comune del Minotauro ai tempi degli eroi, dalle prime monete ai primi rapporti solidali tra popoli. Dalle civiltà perdute alle antiche leggi di pietra. Il tessuto della storia verrà presto ricucito per ridare vita alla leggendaria Creta e alle sue genti.