“Tosca” al Carlo Felice: il tenore Meli infiamma il pubblico

Tosca7

Un grande pubblico caloroso ha accolto la prima della “Tosca” al Teatro Carlo Felice di Genova, probabilmente anche grazie alla presenza di Francesco Meli, tenore e interprete di Mario Cavaradossi. Nella splendida scenografia di Livermore, costituita da una grande balconata in marmo bianco in grado di ruotare su se stessa, si svolge la nota opera di Giacomo Puccini.

Sullo sfondo di una meravigliosa Roma al chiaro di luna, il pittore Cavaradossi è intento a terminare la sua “Maddalena”, quadro che contiene in realtà il ritratto della marchesa Attavanti poiché ha trascorso i giorni precedenti in lunghe preghiere. Sopraggiunge Angelotti, bonapartista e appena fuggito dalle prigioni di Castel Sant’Angelo, poiché sa che la sorella, ovvero la marchesa, gli ha lasciato nella cappella un travestimento da donna per passare inosservato. L’amico Mario lo riconosce e, proprio mentre stanno progettando la fuga, arriva Floria Tosca, sua amante. Il fuggitivo si nasconde, mentre la cantante lirica che ha sempre vissuto «d’arte e d’amore» fa una scenata di gelosia, avendo riconosciuto nel dipinto un’altra donna, bionda e con gli occhi azzurri, mentre lei è scura. Nonostante tutte le promesse dell’amato, fa sorridere il pubblico raccomandandogli prima di uscire di scena «Ma falle gli occhi neri!».

Ormai l’allarme è stato dato e i due amici sono costretti a lasciare in gran fretta la Basilica per recarsi in un nascondiglio più sicuro, ma nell’andar via lasciano un ventaglio nella cappella con lo stemma della famiglia Attavanti. Il barone Scarpia, capo della polizia, ritrovata questa prova fa leva sulla gelosia di Tosca per cercare di trovare i due complici. Cerca di volgere a suo vantaggio la situazione: del resto, lui è un uomo che «La cosa bramata perseguo, me ne sazio e via la getto… volto a nuova esca. Dio creò diverse beltà e vini diversi. Io vo’ gustar quanto più posso dell’opra divina!».

Perciò, mentre Mario viene torturato nel tentativo di estorcergli il nascondiglio di Angelotti, cerca di persuadere la bella Floria a concedersi a lui. Tanto più crescono odio e disprezzo in lei, tanto più aumenta il desiderio di lui. Sembra cedere, ma prima in cambio chiede la salvezza dell’amato e un salvacondotto che permetta loro di lasciare la città. Dopo di che, lo pugnala. Il lieto fine sembra ormai vicino come l’alba che si riflette sui palazzi circostanti, riportando in loro una nuova speranza «Gli occhi ti chiuderò con mille baci e mille ti dirò nomi d’amor». Resta solo un ostacolo da superare, una finta esecuzione in cui tutti spareranno a salve. Rapidamente, però, i loro sogni si infrangono: Mario muore sotto gli spari e Tosca, scoperto il suo delitto, non ha altra scelta che buttarsi da Castel Sant’Angelo. Sulle ultime struggenti note, l’angelo si protende verso Tosca poco prima che cali il sipario.

Numerosi applausi sia per Amarilli Nizza, già presente gli anni scorsi nei ruoli di soprano in “Turandot” e “Madama Butterfly”, sia soprattutto per l’amatissimo Meli che, dopo aver fatto venire la pelle d’oca all’intero pubblico con “E lucevan le stelle”, ha dovuto fare un bis di quest’aria famosa poiché richiesto a gran voce. Eroismo e passione assieme ad un buon cast e ad una scenografia quasi cinematografica sono già un ottimo motivo per non perdere questo melodramma.