Se studi ingegneria puoi diventare un terrorista. Ecco perché

Ingegneria e terrorismo: la scienza spiega il collegamentoDa anni, si cerca di capire perché alcune persone imboccano la strada del terrorismo. La povertà è un fattore da escludere perché sia giovani criminali di periferia che eredi di grandi famiglie industriali hanno abbracciato questa ideologia. Ci sono però alcuni tratti che li accumunano, come il fatto che i terroristi sono quasi sempre maschi e giovani. Nel libro “Eingeneers of Jihad”, due ricercatori, Diego Gambetta, dell’Università di Firenze, e Steffen Hertog, professore inglese, hanno notato che molti terroristi hanno in comune una laurea in ingegneria.

Molti volti noti del terrorismo, come il capo dei dirottatori dell’11 settembre, avevano studiato ingegneria. I 2 ricercatori hanno analizzato i dati su 500 estremisti islamici dagli anni ’70 ad oggi. Tra questi, di cui 207 erano laureati, 93 (quasi il 45%) aveva studiato ingegneria. 40 terroristi della lista avevano inoltre studiato dall’estero e 27 erano diventati ingegneri. Questo aspetto non vale solo per il fenomeno dell’estremismo islamico perché anche gruppi di neo-nazisti e neo-stanlinisti russi contano tra le loro fila molti ingegneri.

Gambetta e Hertog hanno cercato di spiegare questo curioso abbinamento. Secondo la ricerca, spesso queste persone non venivano reclutate, ma si arruolavano volontariamente. Inoltre, in 228 piani terroristici analizzati, solo nel 15% gli ingegneri si sono occupati della costruzione di bombe. In molti casi coprivano infatti il ruolo di leader o di fondatori del gruppo. Le cause sono da imputare a problemi sociologici e tratti psicologici che gli ingegneri tendono a sviluppare studiando la materia.

Il primo motivo riguarda gli sbocchi professionali. Chi intraprende questo percorso di laurea spera di avere successo nell’ambito lavorativo. Se queste aspettative non vengono realizzate, si rischia un trauma molto duro chiamato “deprivazione relativa”. Secondo i ricercatori, però, questa spiegazione non basta perché lo stesso fenomeno non si verifica con i laureati in medicina. Sembra allora che sia la “forma mentis” degli ingegneri a renderli più vulnerabili alla radicalizzazione. Sono stati analizzati alcune caratteristiche comuni tra i terroristi islamici tipici anche dei laureati in ingegneria come la tendenza ad accettare strutture gerarchiche, la preferenza a ordine e certezza e atteggiamento di disgusto nei confronti di situazioni poco familiari.

Questa ricerca non deve portare ad un odio contro i laureati in ingegneria perché secondo Jeffrey I. Victoroff, professore di neurologia alla University of Southern California, ci sono circa 1 miliardo di persone al mondo che rispondono al ritratto del perfetto terrorista. Anche se la ricerca ha dato sicuramente un risultato interessante, sarebbe sciocco non cercare tra le motivazioni dei terroristi problematiche sociali, politiche e personali.