Onu: Russia si avvicina agli Usa per bloccare le finanze dell’Isis

La Russia si avvicina agli Usa per bloccare le finanze dell'Isis e coloro che lo aiutanoLa Russia sembra che abbia cambiato atteggiamento dopo che un suo jet è stato abbattuto da parte di 2 F-16 di Ankara. Il presidente russo Putin ha accusato il suo collega turco Recep Erdogan di proteggere il Califfato, in quanto la sua famiglia acquista petrolio greggio di contrabbando. Il governo russo intende punire coloro che hanno degli atteggiamenti ambigui con l’Isis, infatti, il risultato è un avvicinamento agli Stati Uniti alle Nazioni Unite. La Russia e gli USA stanno negoziando una nuova risoluzione al Consiglio di sicurezza dell’Onu per colpire le finanze dello Stato islamico. Secondo quanto riferito da New York Times, lo scopo della bozza congiunta è una stretta contro chi commercia con l’Isis. L’incontro per  discutere la bozza è fissato per il 17 dicembre in una riunione con i ministri delle Finanze dei 15 paesi del Consiglio. La riunione sarà guidata dal titolare del Tesoro americano, Jack Lew, in quanto Washington ha la presidenza di turno del Consiglio.

A febbraio, la Russia aveva utilizzato  il suo diritto di veto per bloccare una risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu. Stavolta, lo Stato russo sta negoziando un nuovo testo con gli Stati Uniti per bloccare i finanziatori dello Stato di Abu Bakr al Baghdadi. Un simile provvedimento è stato approvato nel 1999 per colpire le finanze di al Qaeda e dell’allora suo leader, Osama bin Laden. L’ambasciatore russo, Vitaly Churkin ha dichiarato che Mosca vuole che le nuove misure includano l’obbligo di denunciare coloro che violano i divieti, senza citare in particolare il governo turco. “Abbiamo deciso di fare una bozza in comune per un giro di vite contro chi fa affari con l’Isis” ha sottolineato Churkin. Il segretario Jack Lew ha annunciato che è fondamentale tagliare fuori lo Stato islamico dal sistema finanziario internazionale per poter lottare efficacemente contro questo gruppo terroristico violento.

Nel frattempo, il premier iracheno Haider al Abadi ha chiesto alla Turchia di ritirare immediatamente le sue truppe da Mosul, precisando che Baghdad “non ha avvallato nessun dispiegamento di truppe” turche nella zona. Il governo turco afferma di aver inviato 150 soldati assieme a 25 carri armati, ma secondo alcune fonti provenienti dagli Usa, i militari turchi sono circa 1.200. Il 13 dicembre si terrà a Roma un incontro diplomatico tra l’americano John Kerry e il russo Serghej Lavrov per discutere di una soluzione politica in Libia. Un’area in cui l’influenza del Califfato è molto pesante ed è quindi di fondamentale importanza arginare l’avanzamento dei jihadisti di Abu Bakr al Baghdadi.