Marilyn Manson choc: brucia una Bibbia durante concerto

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Non c’è molto da aggiungere quando si assiste ad un live provocatorio e blasfemo come quello di Marilyn Manson.  Non c’è molto da dire quando ci si trova davanti ad un pulpito adornato da bandiere nere con cerchio bianco, contornato di rosso interno e con un il simbolo di un fulmine che ricorda molto “quelle” bandiere. Quelle della propaganda nazista, giusto per intenderci.  E si resta completamente ammutoliti quando, da quel pulpito, si vede ergersi un uomo camuffato dal grande dittatore, ma in versione più rock. Più cool, che ai giovani piace e si vede. Un uomo che incita la folla con una torcia in mano. E’ Marilyn Manson, l’idolo di moltissimi durante la seconda metà degli anni ’90 ed i primi anni 2000. Marilyn Manson, il rocker maledetto con la tuta in lattice e le lentine che gli rendevano gli occhi quasi alieni. L’uomo che ha scelto il nome di un sex symbol (Marilyn Monroe) e lo ha mixato a quello di un efferato killer (Charles Manson), per coniare il suo “nome d’arte”: inquietante, provocatore, volontariamente e sfacciatamente blasfemo.

Marilyn Manson, leader indiscusso dell’omonima band, ha fatto del cattivo gusto e della provocazione il suo cavallo di battaglia. Né più né meno, si può pensare,  di molti altri artisti che riempiono i propri videoclip di simbologia occulta: Jay-Z, Lady Gaga, Rita Ora, Justin Bieber, che sia per diffondere messaggi subliminali, come ipotizzano molti complottisti, o solo perché il proibito tira (e vende). E né più né meno di altre rock band che hanno cavalcato l’onda anti-religiosa, propinando al mondo pezzi come “Symphaty for the Devil”. Ma, mentre il pezzo dei Rolling Stones ha molteplici chiavi di lettura, “Antichrist Superstar” di Manson ha un’univoca lettura e negli States, nel lontano 1996, provocò l’indignazione di molte associazioni religiose, come la American Family Association che denunciò la presa di posizione della band, spudoratamente anticristiana.

Dopo quasi vent’anni, lo scenario del videoclip del brano “Antichrist Superstar”, fatto di bandiere ambigue, di “superstar shock” (quel fulmine un pò troppo simile alla doppia “S” usata dai Nazisti), di riferimenti a Nietsche, Crowley, Hitler e chi più ne ha più ne metta, è stato riproposto qui in Italia. All’Obi Hall di Firenze. Come se non bastasse la scenografia al limite dell’offensivo, come se non fosse abbastanza shoccante e provocante per i gusti del rocker maledetto Marilyn Manson, armato di una torcia, prende una Bibbia tra le mani e le dà fuoco. Si, dà fuoco alla Bibbia e lo fa proprio alla vigilia della visita di Papa Francesco in Toscana.

Un gesto fortemente simbolico? L’ennesima buffonata ideata per far parlare di se? Marilyn Manson ha successivamente intonato le strofe della sua canzone: “L’angelo ha allargato le ali, è giunta l’ora di cose amare, il nostro Anticristo è quasi arrivato, è fatta”. Il messaggio è fin troppo chiaro, come è chiaro il delirio delle tremila persone presenti al concerto della star maledetta. Tutti armati di smartphone per immortalare l’evento. Tutti con le braccia levate al cielo, agitate a ritmo del pezzo. Un coro che non passa inosservato a chi analizza l’evento dall’esterno.