Francia, al via le prime offensive aeree contro lo Stato islamico

offensive aeree della Francia

FRANCIA – L’Eliseo ha annunciato, domenica 27 settembre, di aver dato il via a delle prime offensive aeree in Siria contro lo Stato islamico, in linea con la coalizione internazionale. Si aspettavano questi primi bombardamenti dal 7 settembre, giorno in cui il presidente francese Franςois Hollande aveva annunciato dei voli di ricognizione nel Paese.

La Francia ha diversi elementi che provano che lo Stato islamico dispone di centri di formazione di militanti stranieri in Siria destinati a colpire l’Europa e la Francia in particolare, secondo quanto afferma il ministro per la difesa francese Jean-Yves Le Drian, in un’intervista con il quotidiano Le Monde. Questa minaccia ha contribuito “all’inflessione” della politica francese in Siria. Il ministro Le Drian ha spiegato: “Tutti quelli che minacciano la Francia sono avvertiti”, poi ha precisato che non sarà presa di mira nessuna nazione in particolare, riferendosi alle offensive aeree.

La Francia ha cambiato strategia in Siria principalmente per tre ragioni, ha chiarito il ministro. Dall’inizio della coalizione e dell’operazione francese “Chammal” in Irak, Daesh (acronimo arabo di Stato islamico) è avanzato notevolmente verso l’ovest e sul territorio siriano, al punto di essere in grado di minacciare Alep e l’esistenza stessa di gruppi legati a quello che ancora è definito come Esercito Siriano Libero. L’avanzata arriva quindi a preoccupare l’asse Damas-Homs, per quanto riguarda la parte sotto il controllo delle forze di Bachar Al-Assad. Se si dovesse arrivare allo sfondamento, sarà il Libano a essere minacciato.

Un altro motivo è costituito dalle prove che mostrano l’esistenza di centri di formazione di militanti stranieri non solo per contribuire ai combattimenti dello Stato islamico in Oriente, ma al fine di intervenire in Europa e in particolare in Francia. In fine, il perimetro d’azione delle forze fedeli a Bachar si è molto ridotto, colpire lo Stato islamico però non significa favorire militarmente Bachar. La Francia non può accettare di avere un “angolo morto” in Siria con tutte le minacce e i rischi esistenti.

Il ministro Le Drian ha anche spiegato che la Francia agirà nel quadro del diritto umanitario internazionale applicato al conflitto armato, ovvero la situazione che sta vivendo la Siria in questo momento. Il ministro ha anche aggiunto che sono integrati alla “sicurezza del cielo siriano” americana, ma gli aerei francesi non sono sotto il controllo degli Stati Uniti.