Inps revoca pensione d’invalidità ad anziana con due tumori

Inps revoca pensione di invalidità a un'anziana operata due volte per cancro al seno

ODERZO (TREVISO) – Non bastava essere stata colpita due volte dal cancro al seno e aver subìto due mastectomie. Ad aggiungersi ai problemi di una donna di 62 anni, C.C., è arrivata anche l’Inps, che ha deciso di revocarle la pensione di invalidità civile a partire da giugno. Non solo, l’Inps ha chiesto indietro anche tutti gli assegni ricevuti da febbraio.

La donna dichiara di essere disperata, perché quei pochi soldi, 250 euro al mese, aggiunti alla sua pensione di vecchiaia, le permettevano di andare avanti. La signora ripete sconsolata di aver fatto tutto quello che l’Inps le aveva detto di fare e commenta amaramente: “Ho lavorato una vita per avere una miseria. I 250 euro dell’invalidità mi consentivano di tirare il fiato. Grazie Inps, grazie davvero. Per come tratti gli italiani che hanno lavorato una vita per poi essere abbandonati se si ammalano”.

Il dottor Angelo Ferri, medico della donna, afferma: “Quello che sta accadendo alla mia assistita è a dir poco vergognoso. La seguo da tanti anni, non sto a raccontare il calvario che ha subìto. Dapprima con un cancro sviluppatosi in una mammella, operata con mastectomia. Il tumore non si è arrestato, la signora ha dovuto essere operata una seconda volta anche all’altro seno. È doppiamente scandaloso: si sospende la pensione ad una donna colpita due volte da tumore e in più si rivogliono indietro i soldi già erogati”.

La donna era stata operata dapprima nel 2011 e poi nel 2013. L’Inps di Treviso l’aveva convocata a gennaio per una visita di verifica. Il dottore spiega come la signora avesse inviato tutta la documentazione richiesta e aveva fatto ricordo a un decreto ministeriale e a un decreto legge che la esoneravano dalla visita. Ciò nonostante il medico ha rimarcato: “l’Inps, infischiandosene di una legge dello Stato, ha considerato il mancato presentarsi della signora come un rifiuto alla verifica. Non ci sono commenti se non l’amara considerazione che lo Stato è debole con i forti e forte con i deboli”.