Strage al Tribunale, Celentano sbotta: “Governo, dove sei?”

Adriano Celentano

“Ciao Governo, scusa se ti rompo”: così comincia l’invettiva del “Molleggiato” sul suo blog ufficiale. Adriano Celentano, uno dei cantanti più “impegnati” del nostro Bel Paese, affida tutta la sua amarezza ad una lettera indirizzata al Premier Matteo Renzi, nonché a tutti gli inquilini dei Palazzi del Potere. L’occasione, purtroppo mesta, è la terribile sparatoria di ieri al Tribunale di Milano ad opera di Claudio Giardiello, costata la vita a tre persone. Non un ottimo biglietto da visita per la città lombarda, che tra poco meno di un mese ospiterà l’arcinota Expo: una falla nella sicurezza inaccettabile per Celentano, che raccoglie le idee della Nazione tutta, traducendole in pensiero scritto e globalizzato.

“ABBANDONATI”. “Non so con chi parlare, forse non te l’hanno detto: ma ieri un signore è entrato nel Tribunale di Milano e ha ucciso tre persone, più due feriti di cui uno in modo grave. Ma perché l’avete fatto entrare?!?“, chiede polemico Adriano Celentano ad il suo interlocutore immaginario. Sbotta il cantante nel sottolineare come il popolo italiano sia stato abbandonato a se stesso, in pericolo anche in quelle strutture dove la Legge – quella con la “L” maiuscola– dovrebbe essere uguale per tutti. “È pericoloso lasciare la porta aperta senza che ci sia, non dico una guardia, sarebbe troppo, ma almeno un portinaio che ricordi a tutti quelli armati che possono sì entrare, ma senza uccidere. E invece guarda cos’è successo. Tu non hai idea di come io mi senta in questo momento”.
“È come se improvvisamente fossi inghiottito da un desolante STATO di abbandono e non so più chi sei, cosa fai e perché sei lì dove sei ADESSO – insiste il Molleggiato – Non pretendo che tu mi difenda, in fondo non sono che un cittadino, lo so, ma almeno avvisami quando inviti qualcuno che vuole uccidere la gente”.

PROGRESSO INUTILE. Prosegue l’invettiva choc di Adriano Celentano, che addita il Governo italiano, mostrando ai “potenti” come non basta essere tecnologicamente evoluti per evitare simili tragedie. “Forse – spiega il cantante, cercando di dare un senso a questa inutile strage – Lo sbaglio è di esserti concentrato troppo sulla velocità per risolvere una crisi impossibile e non aver, invece, subito pensato a un centro di accoglienza per gli ASSASSINI che ormai si confondono coi cittadini. A cosa serve il progresso se poi ti uccidono?“. Una domanda scomoda, che però andava posta. In attesa di una risposta dal Governo italiano, la gente continua a vivere nella paura.