Diaz, Corte Europea condanna Italia: “Blitz della polizia fu tortura”

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La Corte Europea di Strasburgo ha condannato l’Italia per i fatti della Scuola Diaz, avvenuti durante lo svolgimento del G8 di Genova nel 2001. L’irruzione compiuta dalle Forze dell’Ordine “deve essere qualificato come tortura“, si legge nella sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani. La condanna di Strasburgo si muove in due direzioni. Innanzitutto, lo Stato italiano ha violato l’articolo 3 della convenzione sui diritti dell’uomo: “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”. In secondo luogo, la Corte di Strasburgo sostiene che la mancata punizione dei colpevoli sia dovuta ad un’inadeguata legislazione: in Italia mancano leggi adatte a punire il reato di tortura.

La decisione è arrivata in seguiro al ricorso presentato da Arnaldo Cestaro, manifestante veneto che nel 2001 venne picchiato dalle Forze dell’Ordine all’interno della Scuola Diaz: solo una delle tante vittime di un pestaggio violento e ingiustificato. La Corte ha stabilito “l’assenza di ogni nesso di causalità fra la condotta dell’uomo e l’utilizzo della forza da parte della polizia nel corso dell’irruzione nella scuola”. Inoltre, l’aggressione, i calci e i colpi di manganello subiti da Cestaro “sono stati inflitti in maniera totalmente gratuita e sono qualificabili come tortura”. Da oggi il caso Cestaro rappresenta un precedente giudiziario per tutti gli altri ricorsi pendenti: lo Stato Italiano dovrà versare 45mila euro di risarcimento.