Vanessa e Greta: “Torniamo in Siria”. Lega Nord: “E’ un circo”

Greta e Vanessa

Greta e Vanessa, le italiane rapite e poi scagionate grazie all’intervento diretto del governo italiano, ammettono di voler ritornare in Siria. A Repubblica.it, Vanessa ammette: “Non ho nessun altro senso di colpa se non quello di avere fatto preoccupare le persone che mi vogliono bene e, ovviamente, anche l’Italia. Abbiamo ringraziato lo Stato, senza il cui intervento non sarei qui in questo momento”.

Il suo racconto continua soffermandosi sui mesi successivi al ritorno in Italia: “In questi due mesi è come se mi fossi riparata dentro un guscio: da una parte è stato istinto di autoprotezione. Dall’altra anche un po’ di vergogna, ma non come la intendono tutti quelli che ci hanno buttato addosso palate di fango, gratuito e stupido. L’effetto di quel fango sta passando. Te lo togli via perché sai che è fango strumentale, nato più che altro da beghe politiche. La vergogna che intendo è un’altra. È andare in giro e vedere che uno ti guarda in faccia con l’aria di chi pensa: ‘Eccola, adesso è qua. Beata e tranquilla. Ma se non c’era lo Stato che pagava… Se non c’eravamo noi cittadini che pagavamo…’. È una sensazione difficile da spiegare”.

Vanessa ammette di non avere sensi di colpa se non “non quello di avere fatto preoccupare le persone che mi vogliono bene e, ovviamente, anche l’Italia. Abbiamo ringraziato lo Stato, senza il cui intervento non sarei qui in questo momento. Non smetterò mai di essere grata a chi si è adoperato per farci liberare. Greta e io forse siamo state imprudenti. Solo per inesperienza. Ma su questo poi vorrei anche spiegare”. Poi ammette: “Siamo andate in Siria da volontarie con il progetto per il quale abbiamo lavorato per quasi tre anni: “Assistenza sanitaria in Siria”. È dal 2012 che aiutiamo il popolo siriano massacrato da una dittatura tremenda di fronte alla quale il mondo ha fatto e fa ancora finta di niente. A chi ci ha detto che dovevamo andare in Siria con l’Onu dico: ma di cosa stiamo parlando? Sono giovane, non ho niente da insegnare a nessuno. Ma mica vai con l’Onu a portare aiuti. Non funziona così”.

In merito ai cinque mesi trascorsi con i rapitori, Vanessa risponde: “È stato difficile. Ma siamo state trattate bene. Mai subito abusi né violenze. Né ricevuto direttamente minacce di morte. Siamo state fortunate. Credo ci sia molta differenza tra come vengono trattati gli uomini e le donne. Inoltre, non sappiamo niente del riscatto e quello che c’era da dire sul sequestro lo abbiamo detto ai magistrati appena rientrate in Italia”. Un discorso che ha trovato risposta nelle parole di Gianluca Buonanno, eurodeputato della Lega Nord, che ha detto: “Dopo tutto quello che è successo, la cosa migliore sarebbe quella di farle lavorare in un circo, visto che amano così tanto i pericoli. Almeno se stanno in un circo non ci costano niente”.