Isis, ex jihadista rivela: “Ecco come calmavamo gli ostaggi in video”

Isis

L’altra faccia del boia raccontata da chi, quell’inferno chiamato Isis, ha contribuito a crearlo e ad alimentarlo, mietendo vittime innocenti. All’indomani del vile attentato perpetrato dai terroristi islamici in Tunisia, costato la vita ad almeno 4 cittadini italiani, un ex jihadista si racconta all’emittente britannica Sky News. Lo jihadista “pentito” – del quale, per ovvie ragioni, non viene rivelato il nome nè svelato il volto – ha rivelato al nemico numero uno dell’Isis – quell’Occidente che non comprende le motivazioni che spingono i fondamentalisti a reclutare piccole creature per la propria causa, nè le ragioni profonde che spingono i seguaci dell’Isis a compiere cruente esecuzioni di civili – come i suoi “colleghi” tenevano a bada ostaggi terrorizzati, convincendoli a comparire in video calmi e rilassati. L’uomo aveva ricevuto l’ordine di tranquillizzare le persone catturate dai fondamentalisti rassicurandole sulle proprie intenzioni pacifiche. “Non ci sono problemi, solo un video. Non vi uccidiamo, vogliamo che il vostro Governo smetta di attaccare la Siria. Non abbiamo alcun problema con voi“: questo il “ritornello” che l’ex jihadista doveva ripetere alle future vittime di Isis, per mandarle “in onda” pacate, serene, rilassate. Certe di rimanere in vita. Certezza vana, quasi sempre tradita dalla mano di quel boia che poco prima aveva garantito per la sopravvivenza degli ostaggi.

JIHADI JOHN E I TELETUBBIES. Intelligenti, persuasivi, spietati: questo il ritratto dei fondamentalisti dell’Isis, che per guadagnarsi la fiducia delle proprie vittime avevano loro assegnato dei nomi arabi, per creare un clima di vicinanza emotiva – ovviamente falso – tra gli ostaggi ed i loro aguzzini. Un modo infame di sedare le ribellioni degli ostaggi che, come teorizzato dal Washington Post, montavano non appena le vittime capivamo le vere intenzioni dell’Isis.
Le indiscrezioni trapelate dall’intervista “bomba” con il terrorista pentito vanno ad aggiungersi alla testimonianza choc resa nota una settimana fa da uno dei pochi ostaggi sopravvissuti agli jihadisti, il fotografo Nicholas Henin, catturato nel 2013. Nel corso di un’intervista al Daily Star, Henin aveva illustrato le bizzarre ed occidentalizzate abitudini di Jihadi John e soci. “Mi è sembrato di capire che quegli jihadisti avessero poco a che fare con la cultura locale, araba o musulmana che sia”, ha ammesso l’ex ostaggio, al quale era stato concesso l’ “onore” di interloquire spesso con i suoi carcerieri. “Sono figli della nostra società occidentale. Parlano la nostra lingua, guardano i nostri film ed i nostri cartoni animati e giocano con gli stessi videogames dei nostri figli”. Un particolare inquietante trapela dalle dichiarazioni di Henin: pare che il boia Jihadi John guardasse persino i “Teletubbies” prima di uccidere i suoi prigionieri. L’altra faccia della moneta Isis, che se può aggiunge altro orrore a quello già diffuso dai fondamentalisti.