Sony, Obama contro Corea del Nord: “Nessuno può imporre la censura”

Obama

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è intervenuto in merito alla decisione della Sony di ritirare il film The Interview dopo gli attacchi hacker che l’Fbi ha attribuito alla Corea del Nord. Queste le sue parole: “Non ci può essere un dittatore che impone la censura negli Stati Uniti, che ci impone di autocensurarci. “La decisione della Sony di cancellare l’uscita del film è sbagliata”, ha continuato Obama seppur è conscio delle preoccupazioni della società per i danni causati dagli hacker. “Avrei preferito che la Sony avesse parlato con me prima di prendere la decisione di non fare uscire il film”. 

Scena del film

Le indagini dell’Fbi hanno constatato che il governo della Corea del Nord è stato responsabile dell’attacco informatico alla Sony. Gli strumenti utilizzati, inoltre, sono molto simili a quelli usati l’anno scorso per attaccare banche e media in Corea del Sud, secondo quanto viene riferito dalla stessa Fbi in un comunicato ufficiale. L’amministratore delegato della Sony Pictures Micheal Lynton, in un’intervista alla Cnn, ha detto: “Non avevamo alternative alla cancellazione dell’uscita di The Interview, non abbiamo commesso errori”.

Tornando poi sul disgelo con Cuba, il presidente Obama ha detto: “Cuba è ancora un regime che reprime il suo popolo, e comprendo le preoccupazioni degli attivisti per i diritti umani. Ma questa è un’opportunità per cambiare”. Poi ha aggiunto: “Non è ancora il momento per parlare di una mia visita ufficiale a Cuba. Vedremo come si svilupperanno le cose. Ma sono ancora abbastanza giovane, e immagino che ad un certo punto della mia vita potrò visitare Cuba e intrattenermi con la gente cubana”.

Relativamente al 2014, Obama ha detto: “Avevo detto che il 2014 sarebbe stato l’anno dell’azione. E in quest’anno l’America ha fatto grandi passi in avanti, soprattutto sul fronte dell’economia e dell’occupazione. Ma anche sul fronte delle crisi internazionali, dell’ambiente e del sistema giudiziario”. Ed infine: “Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo raggiunto” in sei anni dalla crisi. L’economia americana ha avuto una performance migliore di quelle del resto del mondo”.