Ospedali, sprechi ed inefficienza: persi 4 miliardi l’anno e reparti da chiudere

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Il Ministero della Salute ha presentato il risultato finale dell’analisi degli ospedali presenti sul nostro territorio. Il risultato è veramente desolante: le strutture sono perlopiù sprecone e pericolose, alle volte sono mantenuti aperti dei reparti che farebbero meglio a chiudere. Le performance non sempre soddisfacenti mettono a rischio la salute di migliaia di pazienti, quelli che in particolare decidono di ricoverarsi in reparti che trattano meno casi degli standard minimi di sicurezza: si parla di 48mila e 500 l’anno. Inoltre, per interventi come il by pass aortocoronarico (77% degli ospedali è sotto la soglia dei 200 interventi), al colon (79% sotto i 50 interventi), al polmone (84% sotto i 100 interventi), alla mammella (76% sotto i 150 interventi), allo stomaco (84% sotto i 20 interventi). I grafici, inoltre, mostrano come la curva di mortalità aumenta in modo proporzionale al diminuire dei pazienti ricoverati.

Mantenere aperti dei reparti inutili risulta essere un rischio, oltre che uno spreco per le casse dello Stato. Oltremodo, si può parlare di spreco quando si effettuano dei ricoveri inappropriati: la colecistectomia operata in via laparoscopica, quindi senza bisturi, andrebbe effettuata in day surgery, quindi senza la necessità di ricovero, ma lo fai solamente il 15% degli ospedali italiani.

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Mettendo insieme i due fattori enunciati, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali stima uno spreco di quasi 4 miliardi di euro che, neanche a dirlo, corrisponde alla cifra chiesta da Renzi alle Regioni. Il ministro Lorenzin, a tal riguardo, non fa sconti: “Disparità e differenze tra regioni non sono più accettabili”. I direttori generali delle Asl dovranno adeguarsi al “Piano Esiti” altrimenti sarà il Ministero a commissariarli.

La sanità, comunque, viaggia a velocità diverse a seconda della regione: a dimostrarlo è un’elaborazione della regione Toscana basandosi sul Piano esiti. Sul podio troviamo: Valle d’Aosta, Toscana e Trento. Subito dietro si attestano Emilia Romagna, Friuli, Lombardia e Piemonte. La regione peggiore, in questa speciale classifica, è la Campania preceduta dalla Calabria, Puglia e Bolzano.

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Queste medie, comunque, dicono poco o nulla sulla differenza tra le varie strutture. A titolo di esempio: un by pass coronarico è un’operazione di routine al San Michele di Gemona in Friuli e all’Ospedale di Orbetello in Toscana, con una mortalità pari a zero. Tutt’altro si può dire ai Santissimi Anna e Sebastiano di Caserta si registra un dato inquietante: un decesso ogni dieci pazienti.