Pink Floyd, ritorno al passato per l’ultimo album della band

David Gilmour e Nick Mason, "superstiti" dei Pink Floyd
David Gilmour e Nick Mason, “superstiti” dei Pink Floyd

Sono risorti dalle ceneri, come la leggendaria Sfinge, un’ ultima volta. I Pink Floyd scelgono di uscire dalle scene musicali con un ultimo album – “The Endless River”, in uscita il 7 novembre – anticipato dall’ unico singolo cantato di un album dal sound onirico e prettamente strumentale. Nei giorni scorsi è infatti stata resa nota al mondo  ”Louder Than Words”, brano realizzato in collaborazione con la moglie di David Gilmour, Polly Samson, autrice dell’ unico testo di tutto l’ album. “Quando abbiamo iniziato a lavorare a questo nuovo album, ho chiesto a Polly di scrivere i testi – svela il cantante e chitarrista David Gilmour –  Ma, secondo lei, quello che le avevo fatto sentire non aveva bisogno di parole, che ascoltarci suonare era più interessante di qualunque testo”.

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Dopo 20 anni, i Pink Floyd rompono il silenzio con un disco che è un tributo all’ amico e collega Rick Wright, storico tastierista della band, scomparso nel 2008 a 65 anni. Dopo “Wish You Were Here” – dedicato ad un altro compianto membro del gruppo inglese, quel Syd Barrett che è stato per i Pink Floyd un esempio di genio e sregolatezza assoluti – Gilmour ed il batterista Nick Mason hanno deciso di ricordare un altro motore pulsante dei Pink Floyd, quel Rick Wright senza il quale alcuni brani di successo della rock band non avrebbero, probabilmente, mai visto la luce. “È un modo per riconoscergli che ciò che faceva e come suonava era il cuore del suono dei Pink Floyd”, ha sottolineato con commozione Mason. Il primo singolo “Louder Than Words”, a detta di Nick Mason “Esprime in maniera magnifica la magia che si creava quando noi tre suonavamo insieme e che questa magia è più potente di ogni parola”.

“The Endless River” è un’ opera musicale a dir poco monumentale, un “trip strumentale” diviso in 4 parti che raccoglie e rielabora una ingente mole di materiale rimasta inedita dai tempi di “The Division Bell”. Era il 1993 e le tastiere di Rick Wright infiammavano lo studio di registrazione, come ricorda un nostalgico Gilmour. “Mi fanno pensare che non ci si rende mai conto di quello che si ha, fino a che non lo si perde”, sottolinea il chitarrista dei Pink Floyd, riconoscendo all’ amico scomparso un ruolo assolutamente predominante nel successo planetario della band. Eppure Wright non visse sempre sulla cresta dell’ onda: basta tornare indietro ai tempi di “The Wall” quando da membro fondamentale della band Wright venne relegato a semplice collaboratore dall’ allora leader indiscusso Roger Waters, grande personalità associata ad un carattere dispotico, spesso in disaccordo con gli altri membri del gruppo.

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Il nuovo disco degli indimenticabili Pink Floyd diventa, quindi, una sorta di rivincita postuma ed ufficiale per Rick Wright, che ha lasciato un vuoto incolmabile nei cuori di Gilmour e Mason. “The Endless River”, però, non è solo un tuffo nel passato senza possibilità di riemersione. “Nel corso dell’ ultimo anno abbiamo aggiunto delle parti nuove, ri-registrato delle altre e reso attuale la vecchia tecnologia di studio di allora, in modo da avere un nuovo album dei Pink Floyd del 21esimo secolo“, ha affermato Gilmour parlando dell’ album. La stessa copertina del CD lo conferma: un traghettatore che conduce i fan dal vecchio al nuovo sound dei redivivi Pink Floyd.

Un traghettatore che, però, condurrà gli amanti della musica della band inglese alla fine della loro carriera artistica, iniziata nei ruggenti e travagliati anni Sessanta e terminata con una coppia di attempati signori di talento, tanta bella musica, un ospite d’ eccezione (l’ astrofisico Stephen Hawking, che presterà la sua “voce”  nel brano “Talkin’ Hawkin'”) ed un ricordo sempre vivo e struggente di un amico, ingranaggio fondamentale della meravigliosa macchina musicale conosciuta con il nome di Pink Floyd.