Isis, Hollande alla Conferenza di Parigi: “Dobbiamo agire in fretta, non c’è tempo da perdere”

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PARIGI – Francois Hollande spinge per elaborare nel più breve tempo possibile una strategia contro l’Isis. “Non c’è tempo da perdere”, queste le sue parole alla Conferenza di Parigi dove si sono riuniti circa venti ministri degli esteri, tra cui anche la nostra rappresentante Federica Mogherini ed il francese Jean-Yves le Drian. Quest’ultimo ha annunciato che i primi voli militari di ricognizione sull’Iraq inizieranno oggi.

Hollande ha invitato gli alleati ad impegnarsi “chiaramente, lealmente e con forza al fianco delle autorità irachene. La lotta degli iracheni contro il terrorismo è anche la nostra lotta dobbiamo impegnarci in modo chiaro, lealmente e con forza al fianco delle autorità irachene. Non c’è tempo da perdere. Il caos fa il gioco dei terroristi. Bisogna quindi appoggiare coloro che possono negoziare e fare i necessari compromessi per preservare il futuro della Siria. E per la Francia, si tratta delle forze dell’opposizione democratica. Esse devono essere appoggiate con ogni mezzo”.

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Lo stesso presidente iracheno Fouad Massoum ha richiesto che le forze alleate “intervengano rapidamente, prima che lo stato islamico occupi altri territori”. Stesso concetto, ma diverse parole, pronunciate dal ministro degli Esteri francese Laurent Fabius: “Siamo di fronte a una minaccia terroristica che riguarda l’insieme dei nostri paesi e dunque il nostro compito è difenderci. Quando si è politici responsabili, bisogna valutare bene il costo dell’azione ma anche quello dell’inazione. Il costo dell’inazione è quello di dire a questi terroristi, a questi sgozzatori: ‘prego, avete campo libero’”.

Il vice ministro iraniano degli Esteri, Hossein Amir-Abdollahian, si associa alle parole di Fabius: “Il modo migliore per combattere l’Isis e il terrorismo nella regione è di sostenere e rafforzare i governi iracheni e siriani che lottano seriamente contro il terrorismo”.

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Dalla Tunisia, intanto, arrivano notizie di una nuova minaccia. Il ministro dell’interno Lotfi Ben Jeddou afferma che sarebbero circa 2500 i combattenti arruolati dallo Stato Islamico. Di questi, 250 sono già stati presi in custodia dalla giustizia tunisina ed è stato impedito a più di 9000 giovani di recarsi in Siria per aggregarsi ai gruppi armati dell’Isis.