Rinchiudono figlio 13enne in cantina per 2 anni: “Era in punizione”

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Atlanta – Dei genitori con uno smisurato senso della giustizia hanno tenuto uno dei loro 9 figli rinchiuso in cantina per ben 2 anni: tutto per punirlo dopo un furto commesso. Il ragazzo ha 13 anni ed è rimasto nel piano più basso dell’abitazione familiare senza luce, con le feritoie oscurate da nastro adesivo e nel più totale isolamento. Uno dei genitori è un ex-giocatore di football famoso negli Usa: Recardo Wimbush dei Georgia Tech, ora in arresto insieme con la moglie per violenza privata.

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I due sono ferventi credenti, dunque hanno fatto appello al loro religioso senso della giustizia, nel momento in cui hanno scoperto che il ragazzino aveva rubato un lettore dvd ed aveva bisogno di una punizione esemplare. Non la pensa come loro il dipartimento di polizia della contea, il cui portavoce ha dichiarato che dalle indagini sono risultati importanti particolari sul movente del crimine commesso dalla coppia: i genitori intendevano disciplinare il figlio delinquente con un mezzo che assicurasse il risultato desiderato.

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Il padre del giovane salvato dalla polizia, inoltre, ha affermato di aver rinchiuso il figlio per isolarlo dagli altri 8 fratelli: la vicinanza con essi avrebbe potuto influenzarli e portarli sulla stessa strada. Dunque la cosa migliore è sembrata separare la mela marcia dal mucchio, ma è davvero questa la logica che può portare un giovane immerso nella delinquenza ad emergerne con una nuova consapevolezza? Certamente i principi religiosi che hanno guidato i genitori ad agire in questo modo avranno contribuito a far gravare la loro decisione sulla punizione meno flessibile, ma se ci soffermassimo su questo dettaglio rischieremmo di generalizzare sui genitori appartenenti ad una comunità religiosa.