Stamina, infusione al bimbo di 3 anni: “Tutto bene”, ma peggiora

Stamina

Brescia – Gli scienziati di Stamina, Marino Andolina ed Erica Molino, attendevano l’arrivo di un importante medico veronese, ma questi non si è presentato per l’ennesima infusione secondo il metodo fondato da Vannoni. Si trattava di un primario di anestesia la cui partecipazione al progetto era stata ampiamente anticipata da Andolina, con l’intento di ridare lustro a Stamina attraverso la collaborazione con importanti figure della medicina moderna. Il vicepresidente della fondazione, sostituto di Vannoni fino a quando questi finché egli si troverà sotto processo, ha infine deciso di praticare l’infusione al paziente da solo.

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A supervisionare l’intervento è stata unicamente la biologa Erica Molino, che ha assistito il piccolo Federico per l’intera durata della somministrazione. Il bambino ha solo 3 anni ed ha già ricevuto un’infusione secondo metodo Stamina, con l’esplicito consenso della madre, che ora appare disperata per gli scarsi risultati che la cura ha finora ottenuto sul piccolo. Questi soffre della sindrome di Krabbe, una rara e spesso letale malattia degenerativa che colpisce i neuroni, in particolare la guaina mielinica che consente in passaggio quasi istantaneo delle informazioni lungo l’assone.

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Il morbo è ereditario ed ancora incurabile, simile quasi ad arterosclerosi multipla (stessa degenerazione) ed altre malattie di questo tipo. La madre di Federico ha preteso fin da subito che il metodo Stamina fosse applicato sul bambino di soli 3 anni, che però è molto peggiorato dall’ultima infusione ad oggi. Vannoni si è detto, comunque, soddisfatto della giornata di oggi, dichiarando che per Federico è andato tutto bene e che la biologa ed il vicepresidente della fondazione hanno portato a termine la procedura con successo. Le prove che il metodo Stamina funzioni, però, ancora non sono arrivate, a dispetto dei morti che finora la cura ha mietuto.