Maps to the Stars di David Cronenberg, la recensione

 

Cronenberg

 

Uscito nelle sale il 21 Maggio 2014, “Maps to the Stars” è il nuovo lavoro di David Cronenberg. Per portare in scena le ossessioni, le perversioni, le follie, le paure, il delirio della Hollywood così com’ è, Cronenberg porta sul grande schermo quattro attori protagonisti di primissimo livello: Julianne Moore (“Il grande Lebowski”, “Magnolia”, “Hannibal”, “Io non sono qui”), John Cusak (“Stand by Me”, “La sottile linea rossa”, “Essere John Malkovich”, “The Butler”), Mia Wasikowska (“Alice in Wonderland”, “L’amore che resta”, “Jane Eyre”), Robert Pattinson (“Twilight”, “Come l’acqua per gli elefanti”, “Cosmopolis”).

La pellicola ha ottenuto una Nomination alla Palma d’Oro di Cannes; Julianne Moore, inoltre, ha ottenuto il “Prix d’interprétation féminine” sempre sulla Croisette. “Maps to the Stars” è il secondo film in cui Cronenberg collabora con la star di “Twilight” Robert Pattinson. Il film è girato negli Stati Uniti, tra Los Angeles e Beverly Hills ed in Canada a Toronto, per un budget totale di quindici milioni di dollari. In un primo momento dovevano far parte del cast Rachel Weisz e Viggo Mortensen i quali, per concomitanza con altri impegni hanno dovuto rinunciare al progetto.

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“Maps to the Stars” è il tentativo, riuscito a metà, di descrivere Hollywood e dintorni, portando ciò sul grande schermo in un modo nuovo. Se vogliamo, “Maps to the Stars” è una pellicola originale e prima nel suo genere, nella quale il chiaro intento del regista è descrivere a fondo quelle che sono le vite di protagonisti divorati da se stessi, Cronenberg porta sul grande schermo un lavoro in cui Hollywood viene messa sotto la lente e analizzata secondo le proprie inquietudini, la propria volgarità e secondo il proprio credere a determinate situazioni, che agli occhi altrui risulterebbero semplici, ma che nei protagonisti, sopratutto Jullianne Moore, diventano ostacoli ed eventi catalizzanti. Cronenberg ambienta la sua storia ad Hollywood  proprio per attraversare la psicologia di personaggi che hanno senso in quel determinato luogo, ma che anche altrove troverebbero spazio.

Nonostante l’ originalità dell’ idea di base ed un modo di incamerare il tutto nel film piuttosto intrigante, “Maps to the Stars” è un lavoro svolto bene a metà. Da metà film in poi, purtroppo, Cronenberg scade nel calcare troppo la mano su alcuni aspetti (la violenza su tutti), che a dire il vero potevano essere evitati. La sceneggiatura, che basa tutto quanto (lo si scopre a fine film) sul destino incrociato di fratello e sorella protagonisti, ha un suo essere accattivante, ma finisce per ricondurre tutta una storia nelle battute finali ad un intreccio incestuoso. Il peccato è che in “Maps to the Stars” non vi sia un buono sviluppo dell’ idea. Vi sono molti, troppi momenti nei quali il film appare pesante e la fotografia stessa non risulta di qualità. Lo stesso vale per il protagonista maschile, Benjie Weiss, interpretato da Evan Bird.

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Il personaggio rappresentato risulta essere davvero d’ effetto ed, a proprio modo, potrebbe essere addirittura un personaggio azzeccato; peccato che, in più di una situazione, Cronenberg pare voglia calcare un po’ troppo la mano su determinate caratteristiche del ragazzo, un attore giovanissimo con alle spalle problemi di droga ed alcool, protagonista vanitoso ed egocentrico di vari film comici. Un punto a favore della pellicola è la colonna sonora che ben si adatta. Per concludere, “Maps to the Stars” di Cronenberg è un film con un idea ed una regia tutto sommato originali, ma che non convince del tutto perchè risulta un po’ troppo forzato sotto vari punti di vista.