Mowgli uccisa nel microonde. La padrona: “Ha attaccato il mio pesce”

La gattina Mowgli
La gattina Mowgli

 

Mowgli –  “In tredici anni di attività non ho mai affrontato un caso del genere”: nella frase espressa da Lynsey Harris, vice ispettore capo della RSPCA (“Royal Society for the Prevention of Cruelty on Animals”, associazione britannica che si batte per la difesa dei nostri amici a quattro zampe) è riassunto tutto lo choc ed il disgusto provato di fronte ad una vicenda dai contorni inquietanti.

Siamo nella “civilissima” Inghilterra e precisamente a Hoyland, località vicina a Barnsley. La 23enne disoccupata Laura Cunliffe ha deciso di punire la sua micetta di appena quattro mesi chiamata Mowgli a causa del suo comportamento vivace, tipico di un cucciolo curioso ed in perfetta salute. La gattina, uno splendido esemplare di colore bianco e nero che viveva a casa della ragazza da appena un paio di settimane, aveva importunato il pesciolino rosso della propria padrona,che per questo motivo aveva pensato di infliggere a Mowgli una sonora lezione, che andasse ben oltre la normale sgridata.

La bionda ragazza ha letteralmente cotto la micetta nel forno a microonde. Cinque minuti, tanti sono bastati per bruciare gli organi interni di Mowgli, che tuttavia non è morta sul colpo. Il dettaglio macabro di questa storia, già di per sé terrificante, è proprio questo: il felino ha agonizzato per ben novanta minuti, prima di spirare. L’ assassina, che pare soffra di turbe psichiche e di depressione, ha tentato successivamente di disfarsi del corpicino del cucciolo, facendolo sotterrare. Ma il tentativo di occultare l’ orrendo crimine è stato vanificato dall’ intervento dei volontari della RSPCA, i quali sono riusciti ad intercettare l’ uomo che aveva eseguito materialmente la sepoltura della vittima; il passo successivo dei difensori degli animali è stato quello di interrogare la Cunliffe, che ha ammesso solo tre giorni dopo il suo crimine, giustificandolo così: “Aveva attaccato il mio pesciolino”.

Laura Cunliffe, attualmente sotto processo con l’ accusa di aver causato inutili sofferenze ad un animale, gode della libertà vigilata. La sentenza è prevista per il prossimo 13 marzo. L’ avvocato dell’ accusa, Brian Orsborn, assegnato dalla RSPCA, punta ad infliggere alla 23enne il massimo della pena. L’ opinione pubblica, però, ha già condannato a prescindere la giovane Laura, rea confessa e per nulla pentita di quello che dalla Corte inglese è stato definito “Un atto ingiustificato e di una violenza inaudita”.