Washington, è gay: prete gli nega l’ estrema unzione

Washington

Washington – Il confronto tra Chiesa e comunità gay continua ad essere irto di ostacoli. Papa Francesco, in un recente intervento, ha tentato di colmare questo divario dimostrando, per la prima volta nella storia della religione cattolica, un’ apertura ai fedeli omosessuali senza precedenti.

La maggior parte dei prelati, tuttavia, è ancora legata ad una posizione piuttosto “conservatrice” in materia, come dimostra un recente scandalo scoppiato negli Stati Uniti d’ America, considerati da sempre terra delle opportunità e della libertà d’ espressione.

La vicenda, che vede protagonisti il 63enne Ronald Plishkapadre Brian Coelho, arriva direttamente dalla capitale Washington e ha dell’ incredibile. Plishka, cattolico praticante, fu ricoverato il 7 febbraio presso il Washington Hospital a seguito di un infarto che gli lasciava pochissime speranze di sopravvivenza. L’ uomo, agente di viaggio in pensione, aveva così deciso di sottoporsi all’ estrema unzione. L’ ospedale, come da routine,mise a disposizione del paziente il cappellano assegnato alla struttura lo scorso autunno, padre Brian Coelho il quale prima di impartire l’ estrema unzione avrebbe chiesto a Plishka di confessarsi. E’ in questo istante che la storia del 63enne Ronald, chierichetto fino al diciottesimo anno di età e fervente religioso, prende una piega inaspettata.

La dichiarazione di omosessualità  da parte del paziente, infatti, avrebbe bloccato il prelato, il quale riposta l’ acqua benedetta avrebbe rifiutato di impartire la comunione all’ uomo convinto di essere, in quel preciso istante, in procinto di abbandonare il mondo terreno. “Posso solo pregare assieme a te”, avrebbe detto padre Coelho ad uno choccato Ronald Plishka il quale, per tutta risposta, lo avrebbe cacciato dalla propria stanza. L’ infuriato paziente, sopravvissuto non solo al suo cuore malato ma anche all’ affronto appena ricevuto, ha potuto poi godere del diritto di ricevere i sacramenti, come ogni credente che si rispetti. La polemica, però, era ormai montata, finendo sui principali quotidiani statunitensi.

Il “redivivo” Plishka ha raccontato al Washington Post tutto lo sdegno provato in quei momenti, evidenziando anche come avesse lodato il Papa e la sua apertura nei confronti degli omosessuali e sottolineando di aver chiesto al cappellano Coelho se il proprio orientamento sessuale avesse potuto, in qualche maniera, infastidirlo, ricevendo dal sacerdote risposta negativa. Numerose sono state le attestazioni di solidarietà pervenute al paziente: il Washington Hospital ha reso nota la sua politica di eguaglianza e rispetto nei confronti di tutti i pazienti, indipendentemente da sesso, razza e colore della pelle. Un’ aspra condanna è arrivata anche dalle associazioni per la tutela dei diritti degli omosessuali e da gran parte della Chiesa locale, ben espressa dalle parole di Henry Hulot, sacerdote cattolico del Comitato pastorale di Washington: “Ad ogni cristiano battezzato non può essere negata l’estrema unzione”. L’ unico a non esprimere nessuna opinione è il diretto interessato, ovvero padre Coelho, che ha scelto di trincerarsi dietro un “assordante” muro di silenzio.