Sochi 2014: cento libanesi nudi per solidarietà alla sciatrice Jackie Chamoun

La sciatrice Jackie Chamoun
La sciatrice Jackie Chamoun

 

Un nuovo scandalo imperversa sulle Olimpiadi di Sochi 2014. Protagonista di questa ennesima “bufera”, la sciatrice 22enne Jackie Chamoun. L’ atleta libanese, specialista in slalom, verrà ricordata in questi Giochi Olimpici non tanto per la sua bravura sulla pista, quanto per i suoi scatti ritenuti “osè” dal governo del suo Paese, quel Libano ritenuto “conservatore” e nel quale, purtroppo, sono registrati numerosi casi di violenza ai danni del gentil sesso.

La Chamoun aveva preso parte ad un servizio fotografico sulle nevi di Faraya, nel lontano 2012. Assieme alla sciatrice avevano posato altre tre atlete. Gli scatti sarebbero serviti alla realizzazione di un calendario austriaco, ad opera dello sciatore messicano Hubertus von Hohenlohe, attualmente anch’ egli in gara a Sochi (nonostante i suoi 55 anni), da sempre appassionato di fotografia. Le quattro modelle improvvisate non hanno mai posato totalmente nude, come sottolineato da  von Hohenlohe stesso; sotto la lente d’ ingrandimento del governo libanese, invece, sono finite alcune immagini “rubate” dal backstage, postate su Internet tramite il canale Youtube. La Chamoun, scusandosi con i suoi conterranei, si è giustificata sostenendo che le foto incriminate non sarebbero mai dovute essere rese pubbliche. La dichiarazione della sciatrice non è bastata, tuttavia, al Ministro dello Sport libanese, che ha chiesto ufficialmente al Comitato Olimpico della sua Nazione di indagare su questo spiacevole episodio.

Il caso Chamoun ha suscitato reazioni contrastanti. Numerosi conterranei della sciatrice hanno deciso di manifestare tutta la loro solidarietà alla 22enne attraverso un’ insolita iniziativa, promossa su Facebook da Mohammed Abdouni, assieme ad altri collaboratori. “I’m not Naked – I Strip for Jackie”, questo è il nome della campagna che vede protagonisti cento cittadini libanesi, che hanno accettato di farsi fotografare senza veli per sostenere la causa della ragazza. Abdouni, a proposito della campagna pro-Chamoun, ha sottolineato tutto il suo sdegno di fronte al silenzio dei media sugli abusi che le donne libanesi subiscono ogni giorno, paragonato con il clamore che un paio di scatti in topless hanno suscitato in tutto il mondo.