Sochi: prima medaglia azzurra con Innerhofer nella discesa libera

Sochi - Innerhofer

SochiE’ arrivata la prima medaglia azzura alle Olimpiadi Invernali con Christof Innerhofer, che ci ha regalato un argento nella discesa libera, gara che inaugura così il programma dello sci alpino. L’azzurro ha concluso una straordinaria prestazione con il tempo di 2’06″29, a soli sei centesimi dall’austriaco Matthias Mayer, oro a sorpresa, non avendo mai vinto in Coppa del mondo. Sul podio anche il norvegese Kjetil Jansrud, medaglia di bronzo a 10 centesimi. Tra i grandi delusi c’è Bode Miller, arrivato soltanto ottavo. Settimo l’altro azzurro Peter Fill, undicesimo e dodicesimo posto per Dominik Paris e Werner Heel. L’argento di Innerhofer è la terza medaglia olimpica di sempre per l’Italia nella discesa libera: la prima nel ’52 Zeno Colo’ con l’oro ai Giochi di Oslo, nel ’76 il bronzo a Innsbruck di Herbert Plank.

L’atleta aveva dichiarato: “Ci vuole intelligenza qui, bisogna rischiare, ho studiato il percorso pezzo per pezzo negli ultimi giorni.” Si è ritrovato poi in lacrime dopo il traguardo di una gara iniziata con 15 minuti di ritardo per un guasto alla seggiovia. Incredulo ha guardato più volte il tabellone. Innerhofer commenta ai microfoni di Sky sport l’argento conquistato: I sei centesimi di differenza? E’ uguale, per me è come aver fatto dieci vittorie. La strategia di andare piano in prova non era facile perché non è facile cambiare ritmo in gara. Mi veniva da spingere. Sono partito e prima della partenza mi son detto: ‘è un occasione, cerca di sfruttarla. Nella prima curva  mi sbatteva un po’ lo sci esterno. Ho cercato di divertirmi, poi non ho più pensato a niente. Al traguardo ho pensato che non ci potevo credere”. Seguono poi le sue dichiarazioni riguardo alla prova deludente dei “big”: “Non contano le prove, devi essere pronto in gara, avere le gambe reattive e non stanche. Ieri avevo poca tensione nelle gambe. Stamattina mi sentivo bene. Il mio obiettivo era divertirmi. La medaglia olimpica era un sogno, dopo quella vinta ai Mondiali“.

Fonti: repubblica – lastampa