Arriva Coca-Cola fatta in casa: presto anche Sprite e Fanta in capsule

Bere-Coca-Cola

New York – La Coca-Cola ha siglato una partnership di 10 anni con un’azienda produttrice di caffè in capsule, la Green Mountain Coffee Roasters, che permetterà al colosso produttore della più famosa bevanda gassata di mettere in commercio una versione compatta e “fai-da-te” della Coca-Cola. Con l’acquisizione del 10% della Green Mountain Coffee Roasters, la società ha dato il via a quella che potrebbe rivelarsi una reazione a catena, a cui faranno seguito anche la Diet Coke, Sprite e Fanta. In realtà, il fenomeno delle bevande gassate prodotte in casa era già stato lanciato dalla concorrente israeliana SodaStream, pubblicizzata anche in Italia, ma la Coca-Cola non sembra porsi il problema di una possibile competizione con la società, che, di fatto, offre soltanto una bevanda gassata con aroma di soda, incapace di gareggiare con il marchio statunitense, più che con la bevanda in sé. Peraltro, la stessa Green Mountain Coffee Roasters si è detta sicura del successo di questo nuovo sistema: “Possiamo fare per le bevande fredde quello che abbiamo fatto per il caffè e il tè in casa”, ha dichiarato il Direttore della società, Brian Kelly, “Riteniamo che sia una una significativa opportunità per accelerare la crescita della categoria.”

Alcuni analisti affermano addirittura che “Green Mountain potrebbe diventare uno dei protagonisti del mercato da 98 miliardi di dollari dei soft drink”: dalla promettente azienda sono già stati stretti accordi con Starbucks per la vendita di caffè e tè in capsule e, secondo Euromonitor, l’uso abitudinario della macchina automatica a cialde e capsule, lanciato per primo da Nespresso, si sta espandendo a macchia d’olio. Mentre i colossi del mercato internazionale stimano i propri profitti, la diffusione di piccoli elettrodomestici per il fai-da-te di acqua e bevande potrebbe davvero essere una soluzione ecologica al consumo spropositato di alluminio, plastica e vetro che ha caratterizzato le società tecnologicamente avanzate, dagli anni ’60 del secolo scorso.