Nuova banconota da 10 euro: più difficile da falsificare, ecco perché

Presentazione della nuova banconota alla BCE
Presentazione della nuova banconota alla BCE, in Germania

Francoforte – Entrerà in circolazione il 23 settembre, ma la nuova banconota da 10 euro è stata già ideata e presentata oggi dalla BCE, rappresentata da Yves Mersch. A cambiare sarà, anzitutto, il taglio, che riprenderà somiglianza con la prima edizione, risalente al lontano 2002; anche la grafica è stata rinnovata, ma la caratteristica principale di questa nuova banconota sta nelle innovative misure si sicurezza, che la renderanno a prova di falsificazione. Il ritratto di Europa, già presente nel nuovo biglietto da 5 euro, è stato introdotto anche nell’ologramma e nella filigrana della nuova 10 euro, oltre ad un numero color verde smeraldo che indica in cifre il valore della cartamoneta e che, se rimosso, cambia colore in blu scuro. Questi accorgimenti dovrebbero rendere quasi impossibile la falsificazione del biglietto, ma solo ad occhi attenti o a chi possiede una macchinetta di riconoscimento delle banconote, pare ovvio. Un altro tentativo, questo, di dare maggiore solidità al conio che, ormai, fa parte della nostra storia, nonostante il vociferare delle ultime settimane, rumors in seguito smentiti, riguardo un possibile ritorno dell’Italia alla lira. “Dodici anni dopo l’emissione delle banconote e monete in euro», ha affermato Mersch, componente del comitato esecutivo della Bce, «è facile per noi darle per scontate e dimenticare quale progetto ambizioso, persino audace, sia stata l’introduzione dell’euro. La moneta unica”, ha sottolineato, “ha aiutato a unire milioni di europei, in tutta la nostra diversità, e le banconote e monete sono un simbolo tangibile della nostra determinazione a sostenere l’Unione europea. Quando diciamo: ‘L’euro. La nostra moneta’, crediamo in quello che affermiamo.” Il ritiro della vecchia banconota da 10 euro sarà graduale e “senza alcun disagio per i consumatori”, come confermato dalla BCE.

Fonte per l’immagine: La Stampa