Ecco l’identikit del traditore

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In principio fu Giuda Iscariota. Poi, però, il “vizietto” si è diffuso parecchio. E il mondo è pieno zeppo, di traditori. Ma disegnare un identikit del “traditore perfetto” è operazione difficilissima, quasi impossibile. Secondo i luoghi comuni, chi è maggiormente propenso all’infedeltà è generalmente un uomo che viaggia spesso per lavoro.

Nulla di più sbagliato: lo conferma un’occhiata alle statistiche. E in realtà, anche le donne consumano scappatella su scappatella. Le generalizzazioni, insomma, non fanno che causare inutili sospetti, e nulla più.

L’elemento fondante di un rapporto sano è il patto di fiducia, il “collante psicologico” che tiene unita una coppia anche di fronte alle più grosse difficoltà.

Il tradimento genera una frattura dolorosa proprio perché logora questo patto di fiducia, e la persona tradita avverte un senso di forte vulnerabilità, perdendo le sicurezze acquisite col tempo.

Ma perché si tradisce? Di solito, è il segno che qualcosa non va più per il verso giusto. E i problemi non risolti sono solitamente legati a scarsa comunicazione, calo dell’attrazione fisica, desiderio di trasgressione, mancanza di interessi comuni o stress di coppia.
Tutte questioni che, spesso, restano sullo sfondo. Ci si rifiuta di vederli perché le percezioni soggettive sono molto spesso diverse da ciò che accade concretamente nella realtà. Ma, talvolta, in alcuni casi si tradisce anche per problematiche non strettamente legate alla coppia, ad esempio per immaturità di uno dei componenti. O, ancora, per aver provato una momentanea attrazione verso qualcuno che ha risvegliato quella passione spenta da troppo tempo.

Fra i più… pericolosi del genere, anche i “traditori seriali”, che non fanno che concedersi scappatelle con l’unico obiettivo di mostrare a sé stessi la propria efficienza sessuale.

Quando le corna spuntano sul serio, gli stati d’animo che susseguono sono diversi. Fra i più comuni, la difficoltà a comprendere le ragioni di quanto accaduto, senso di vuoto, rabbia, desiderio di vendetta, perdita dell’autostima, svalutazione di sé o perdita di fiducia nell’altro. Le coppie che sopravvivono alla botta, lo fanno grazie alla volontà reciproca: tutto risolve solamente se si è veramente in due a volerlo.

 

 

 

 

 

 

 

Fonte:siciliainformazioni.com